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“Per valorizzare il centro storico di Mondolfo non bastano effimeri castelli di cartone”

“Per valorizzare il centro storico di Mondolfo non bastano effimeri castelli di cartone”

Secondo il Comitato cittadino Mondolfese serve una “progettualità volta alla valorizzazione e al riuso di tutto il tessuto urbano”

MONDOLFO – Dal Comitato cittadino Mondolfese riceviamo questo interessante intervento:

“Una cosa è certa, Mondolfo non è uno dei “Borghi più belli d’Italia”, né un modello virtuoso di sostenibilità ambientale sancito dall’eco-label delle “Spighe Verdi” di cui orgogliosamente il comune fa sfoggio, né tanto meno un sito “martiniano”, in quanto l”unica opera dell’architetto rinascimentale senese Francesco di Giorgio Martini non esiste più, sistematicamente “smontata” dagli stessi mondolfesi nel XIX secolo (per le mura urbane è dubbia l’attribuzione, oltretutto furono ricostruite ben oltre la morte di Francesco di Giorgio).

Di converso nulla è stato fatto, in modo concreto e sistematico, per tutelare e valorizzare il centro storico, il suo territorio, l’ambiente, con il loro carico di innumerevoli fragilità che si sono accumulate nel tempo, non da ultimo il marcato  spopolamento del centro storico, fenomeno che si è accentuato negli ultimi anni.

Assolutamente inutile, irrazionale, anzi, deleterio, occultare con targhe, cartelli e slogan che glorificano l’appartenenza a club esclusivi o con l’organizzazione di eventi curati da personaggi di spicco, il degrado pervasivo e depauperante e le molte criticità che affliggono il centro e il territorio di Mondolfo, frutto di decenni di politica territoriale utilitaristica e completamente aliena dalla tutela e dalla valorizzazione.

Chi visita Mondolfo non può non accorgersi della situazione in cui versa il centro storico, tant’è che in un resoconto, relativo all’ultimo evento “Galleria senza soffitto” e pubblicato in un sito web, si legge: «Crediamo che sia un’iniziativa molto interessante, utile in particolar modo a rivalutare alcuni angoli del borgo in cui i ruderi e il degrado rischiano di rovinarne l’immagine. Sinceramente siamo rimasti abbastanza perplessi nel trovare al centro di uno dei borghi più belli d’Italia, così tanti palazzi e aree ancora poco curate, in contrapposizione a questo evidente desiderio di mascherarli».

La misura è oramai colma, si è raschiato il fondo del barile e con ostinazione si cerca di sfondarlo, ma di questo purtroppo ancora non c’è coscienza diffusa tra i cittadini.

Valorizzare vuol dire prima di tutto prendersi carico di un valore, ed il territorio è una lunga trama di valori culturali, come anche luoghi e vicende sedimentatesi in modo continuo e relazionale; non è  certamente far sfoggio d’appartenenza ad un determinato club o l’organizzare un evento di grande richiamo mediatico (ancorché poco significativo per certi aspetti), che possa ‘tramandare la cultura’ di un luogo.

Appare quindi necessario che vi sia la riappropriazione del centro storico attraverso una progettualità volta alla valorizzazione e al riuso, che riconosca in via prioritaria il ruolo fondamentale dei cittadini residenti, in termini di vitalità sociale, di partecipazione collettiva alla rigenerazione dei beni comuni, di sviluppo culturale ed economico di tutto il tessuto urbano.

Occorre quindi che la politica territoriale comprenda il ruolo indispensabile e di sussidiarietà di questa realtà civile, incentivando la progettualità a lungo termine, mettendola in cima alla propria agenda politica.

Occorre quindi volontà, lungimiranza e soprattutto smarcarsi per sempre dal quel girone dantesco che rappresenta, ahinoi!, la continua e spasmodica ricerca di azioni tese alla sola autocelebrazione, col fine ultimo di capitalizzare nell’immediato il solo consenso.

Non bastano e non servono ora né eventi (che sono comunque importanti ma consequenziali alla compiuta valorizzazione) né tanto meno la creazione di fantomatici percorsi attrattivi che altro non sono che contenitori privi di contenuto, scatole vuote ben confezionate, una pennellata di smalto sopra un vecchio ferro consunto e arrugginito, insomma la sempre efficace “aria fritta”, buona per tutte le stagioni. Piuttosto rimangono degli sterili spot propagandistici di una realtà che è ben diversa dal reale”.

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